Paradisi Fiscali: UE nuova stretta Paesi OFF-SHORE

da | Fiscalità Estera

L’Unione Europea considera di applicare nuove sanzioni nei confronti dei paradisi fiscali, ovvero i Paesi generalmente chiamati Off-Shore, dove non si pagano tasse per intenderci. A novembre del 2016 il Consiglio Europeo ha deliberato di preparare una lista dei Paesi non collaborativi in materia di scambio di informazioni da presentare per la votazione entro settembre. In questo modo entro la fine del 2017 dovrebbe essere pubblicata la black-list Europea dei paradisi fiscali. Dalle prime indiscrezioni sembra l’UE sia orientata verso 4 tipologie di sanzioni, peraltro già in gran parte presenti nella normativa Italiana:

  1. Ritenute sulla distribuzione dei Dividendi
  2. Nuove regole CFC (Controlled Foreign Companies) – Vedi art. 167 TUIR
  3. Nuove regole sulla deducibilità dei costi inerenti diritti e royalties
  4. Limitazioni alla participation exemption

L’intenzione è quella di creare un documento che fornisca linee guida agli Stati membri per riformare le proprie leggi interne, garantendo un minimo di flessibilità per adattarle al contesto normativo presente.

Le sanzioni applicate avranno differenti approcci, sulla base della normativa dei singoli Stati e del caso specifico da trattare. Rimane inteso che molto dipenderà dalla normativa attuale degli Stati Europei che dovranno adeguarsi. Si pensi che molti Paesi dell’Est Europa non hanno una normativa che disciplina le CFC, il transfer pricing o la participation exemption, ed ovviamente dovranno adeguarsi.

L’Italia ha già da tempo attuato riforme in tal senso creando un quadro normativo perfino troppo stringente in alcuni casi, vedi ad esempio la necessità di “alleggerire” l’art. 167 del TUIR togliendo l’obbligo delle esimenti (modifica del termine “deve interpellare” a “può interpellare l’Amministrazione Finanziaria”).

Come già detto più volte una certa “filosofia” di intendere l’Off-Shore è completamente finita. I Paesi che non si adegueranno alle normative Europee saranno di fatto tagliati fuori dal sistema economico Europeo (ed Americano).

Lo stesso dicasi per il sistema bancario: questi Paesi infatti vedranno le proprie banche penalizzate nelle transazioni internazionali, con difficoltà a lavorare con le correspondent bank internazionali.. tradotto i “danari non si muovono più”.

Ottimizzazione fiscale, tax planning e conformità alle nuove normative sono le parole d’ordine della internazionalizzazione di impresa e della tutela patrimoniale del futuro.

Per maggiori informazioni scrivi a mattia.galavotti@gmail.com

 

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